Parrocchia Santi Ottavio e Compagni Martiri
SEI AMATO DA DIO!
Ogni essere umano porta in sé la scintilla della bontà di Dio, ma non tutti hanno facoltà di farla brillare come faro.
Si riesce nell’intento se si arriva alla consapevolezza che nella vita non basta compiere solo un atto singolare e nemmeno una serie di essi, ma bisogna aver sempre in sé lo Spirito di Cristo, lo sostiene Padre Bronislao Markiewicz. Nelle varie fasi della sua vita si può scorgere, infatti, la grande tenacia con la quale, nonostante le difficoltà che non vengono risparmiate a nessuno, cercò di far trasparire in sé lo Spirito di Cristo.
Questa difficile fase incise notevolmente nella vita del beato. Rimanere ancorato agli insegnamenti famigliari, seguire la propria coscienza o fidarsi degli insegnanti
Sotto l’influenza di alcune correnti filosofiche a 18 anni perse la fede. Con lo smarrimento della fede in Dio, persi la pace dell’anima e il senso dell’armonia interiore e fui pervaso dalla tristezza. Tutto ciò mi sembrava strano e mi infondeva angoscia.
Da qui parte la sua disperata implorazione: Mio Dio, se tu esisti, fà che io ti conosca! E Lui non si è fatto attendere, perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto (Mt 7,8).
A maggio del 1863, l’anno in cui Bronislao Bonaventura Markiewicz entrò nel seminario di Przemysl, accadde un misterioso e nello stesso tempo molto significativo evento-incontro con un adolescente. Anni dopo il beato scrisse al suo vescovo confidandogli: Tutta la mia opera e tutta la mia vita spirituale, tutto il mio apostolato sono stati ispirati da un adolescente di circa sedici anni, in cappotto bianco vestito come i nostri contadini.
II 15 settembre 1867 viene ordinato sacerdote. Nel suo ministero pastorale, vedendo la grande ignoranza religiosa del popolo, si diede subito da fare per eliminarla. Il motivo giuda del suo agire è racchiuso in questo proposito: Ogni giorno chiederò al Signore un amore sempre più intenso.
Cominciò un’intensa catechesi, combatté l’alcolismo e l’ingiustizia. Insegnò ai contadini nuovi metodi per coltivare la terra e per migliorare la loro condizione economica. Fondò per loro una banca, diede vita alla “Società dei Tessitori” e alla scuola tessile per tutelare il popolo dai “pescecani” industriali, che, a basso prezzo, si accaparravano i prodotti tessili dei lavoratori a domicilio. Una grande e particolare cura dedicò ai giovani ed ai bambini poveri e abbandonati.
Segnato profondamente dello smarrimento spirituale, vissuto in giovinezza, si preoccupò degli alunni: Adesso farò del tutto per diventare un insegnante del ginnasio, perché qui devo sostituire Gesù Cristo.
Nel 1882 fu nominato professore di teologia pastorale e prefetto dei chierici nel Seminario della sua diocesi.
Dio al di sopra di tutte le cose, al di sopra degli interessi del nostro Istituto, della nostra patria, della nostra famiglia, della nostra persona.
Spinto da questo profondo amore verso il Signore decise, nel 1885, di recarsi in Italia per cercare la congregazione adatta nella quale realizzare l’ardente desiderio di essere ancora più strettamente unito aCristo nella via degli Consigli Evangelici, diventando un religioso.
Entrò nella Società Salesiana di San Giovanni Bosco. Il 24 marzo 1887, dopo un fervoroso noviziato a S. Benigno Canavese, emise i primi voti nelle mani di Don Bosco stesso. Stando insieme a Lui, non perse occasione per arricchirsi del suo spirito, e fece proprio il motto: “Lavoro e Temperanza” in cui vedeva un mezzo per risanare la società spiritualmente e materialmente.
Nel 1892 tornò in Polonia e gli venne affidata una parrocchia a Miejsce Piastowe, nella diocesi di Przemysł. Qui fondò una casa per la gioventù abbandonata. Nel 1893 essa ospitava già 20 ragazzi orfani e, sul finire del 1894, circa 50. Sorsero man mano nuovi edifici, presero avvio le scuole professionali, e perfino una tipografia. Alle osservazioni di coloro che giudicavano la sua proposta educativa troppo esigente, rispondeva senza senza mostrare alcun senso di vanto o di orgoglio: Voi mi dite che non è pratico vivere così, dal mattino alla sera in compagnia di fanciulli poveri, maleducati, talvolta rozzi, sopportare i loro capricci, pensare ai loro bisogni. Non vi do torto. Ci vuole molto coraggio, anche eroismo per seguire questa vocazione. P. Markiewicz diede vita anche ad una rivista dal titolo: “Temperanza e Lavoro” nella quale affrontava le più importanti questioni pedagogiche e sociali del suo tempo. La sua opera fu ben presto apprezzata dalla gente che la sostenne generosamente con le offerte e fu portata avanti dal lavoro e dall’impegno degli educatori e degli allievi. Per garantire continuità alla sua opera educativa, P. Bronislao cercò di ottenere il riconoscimento canonico della nuova congregazione religiosa, che, però, arrivò solo dopo la sua morte avvenuta il 29 gennaio 1912.
Infatti il riconoscimento canonico delle Congregazione da lui fondata, Congregazione di San Michele Arcangelo (Micheliti) avvenne il 29 settembre 1921 per il ramo maschile, e, nel 1928, per quello femminile. Scelse come patrono della nuova famiglia religiosa da lui fondata San Michele Arcangelo, il cui nome Chi come Dio esprime il primato di Dio nella vita, che il fondatore vedeva realizzato, in particolare, attraverso le virtù della temperanza e del lavoro. Ebbe una particolare devozione verso la Madre di Dio alla quale affidò tutti i suoi figli spirituali e la sua opera.
Attualmente la Congregazione di S. Michele Arcangelo svolge la sua missione in diversi paesi del mondo: Polonia, Antille, Argentina, Australia,Austria, Bielorussia, Canada, Repubblica Domenicana, Francia, Germania, Papua Nuova Guinea, Paraguay, Svizzera, Ucraina.